Vino "Oro dei Patriarchi"

Il progetto di ricerca è stato avviato nel 1998, con il principale scopo di ridurre l’utilizzo di pesticidi in questo settore della produzione agricola e rispondere alla situazione critica della viticoltura in Europa, attività  tra le più impattanti sull’ambiente, che, pur occupando soltanto il 3,3% della superficie agricola, utilizza ben il 65% di tutti i fungicidi impiegati in agricoltura.Sono dieci, cinque a bacca bianca e cinque a bacca rossa, i primi vitigni resistenti alle malattie costituiti in Italia dai ricercatori dell’Università di Udine e dell’Istituto di Genomica applicata (IGA) di Udine.
 Al progetto di selezione dei nuovi vitigni resistenti hanno partecipato attivamente i Vivai Cooperativi di Rauscedo, che ne detengono i diritti esclusivi di moltiplicazione e commercializzazione, conducendo le necessarie verifiche enologiche e agronomiche.  La selezione delle nuove varietà di vite è avvenuta dopo 15 anni di duro lavoro,centinaia di incroci, decine di migliaia di piante valutate, oltre 500 micro-vinificazioni ripetute negli anni.
 Gli incroci sono stati eseguiti presso l’Azienda Agraria “Antonio Servadei”.
I vitigni – i “magnifici dieci” come li chiamano i ricercatori udinesi - hanno ottenuto nel 2015 la copertura con brevetto europeo e internazionale e sono stati inseriti nel registro nazionale italiano presso il Ministero delle Politiche agricole. Questi i nomi dei vitigni: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius, i primi 5 a bacca bianca, i secondi a bacca rossa.